Buenos Aires, 09/08/2017
Nella Fondazione Carmelo Pittera si procede con il primo corso di Formazione di Formatori, dove le metodologie del sistema PSI.CO.M. conquistano l’attenzione di un notevole gruppo di professionisti provenienti dalle aree più differenti. Tra questi troviamo Rocío Barros, elemento cardine della selezione di pallamano da spiaggia.
Che valore possiede questa medaglia per lo sviluppo della disciplina?
– È importante innanzitutto per noi, che facciamo tutto con il cuore e a polmoni pieni. Abbiamo incontrato delle difficoltà non solo per avere un nostro campo, l’illuminazione o dei palloni, ma anche per sostenere degli incontri.. L’ultima volta che abbiamo giocato è stato il luglio del 2016. Appena un paio di giorni prima degli World Games abbiamo potuto giocare delle amichevoli in Olanda. Questa medaglia rappresenta dunque il simbolo dell’ “autosuperamento”, la fatica per rompere le barriere. Questa medaglia ci permette di scrivere la nostra storia, di lasciare la nostra firma nel beach handball.
Secondo te, in che modo siete riuscite a ottenere questa medaglia d’argento?
– Ce l’abbiamo fatta perché siamo riuscite a lasciare da parte le avversità e a plasmare la squadra forte che siamo tuttora. Se ci crediamo capaci di vincere, vinciamo. Abbiamo creduto di essere all’altezza dei più forti, lo siamo e lo dimostriamo a noi stesse. Il sogno si è rafforzato quando ci siamo rese conto che potevamo vincere contro l’Australia ai Quarti di Finale. Perché allora non vincere la Semifinale ed essere una delle due squadre più forti del mondo? E lo abbiamo fatto. Ci crediamo abbastanza forti e capaci per trovarci dove volevamo e dovevamo essere. Non esiste nulla di impossibile per noi, ora dobbiamo continuare così, superando noi stesse di giorno in giorno.
Oltre ad allenarti e prepararti per salire su questo podio hai iniziato il corso di Formazione per Formatori. In che cosa credi ti possa far crescere?
– Da un punto di vista professionale spero di poter conoscere strumenti da utilizzare in più situazioni sportive proprie della pallamano. Con l’aumentare del numero di strumenti utilizzati durante l’ora di insegnamento, l’alunno o il giocatore potrà crescere notevolmente. Il momento in cui si assorbe il maggior numero di conoscenze è durante le tappe formative e mi sembra che in questo senso, la proposta sia molto ricca in questo senso.
Che cosa ha attirato la tua attenzione per il sistema PSI.CO.M., che sta alla base della Fondazione Pittera?
– Il lavoro cognitivo che si sviluppa in ogni metodologia o gioco mi è sembrato da subito qualcosa di molto interessante. Attraverso questo esercizio costante dovremmo essere in grado di stimolare sia la mente dello sportivo che le sue abilità corporali.